• Giocare a Calcio o Vincere ?

    Sembra una domanda senza molto senso, in realtà ne ha e parecchio.
    Quando si parla di Calcio a livello giovanile diciamo sempre che i ragazzi in primis devono divertirsi, giocare, fare gruppo e imparare a stare con gli altri … e fin qui siamo tutti d’accordo (spero), quando arriviamo nelle categorie agonistiche dai 13 anni in su, per il fatto stesso che si chiamano “agonistiche” non si può escludere o declassare il concetto di “competizione” ad un obbiettivo di scarso valore, anzi, il contrario.
    Tuttavia è di difficile gestione da parte di un allenatore, perché si deve trovare il giusto connubio tra tutti i vari aspetti.
    Partiamo dal fatto che i ragazzi crescendo, soprattutto per chi decide di fare qualcosa di più che giocare in oratorio (anche se il poi il concetto vale per tutti), devo cominciare a capire il significato della “Competizione” perché non è relegato solo all’ambito calcistico o sportivo, bensì anche al lavoro e quindi anche alla vita stessa.
    Tornando ai ragazzi, la prima attenzione va nella loro formazione tecnica individuale e collettiva, perché devono assimilare almeno la base, le fondamenta di quello che poi impareranno crescendo, ma spesso vengono trascurate mettendo davanti il risultato calcistico dei campionati sfruttando il fisico dei ragazzini più sviluppati.
    Piccolo particolare … NON CRESCONO TUTTI NELLO STESSO MODO E CON LE STESSE TEMPISTICHE.
    Succede quindi che anche chi è promettente rischia di non poter crescere tecnicamente quanto potrebbe perché messo in secondo piano per poter vincere o competere al massimo in un campionato di 13 o 14 anni … in questo modo il livello tecnico dei nostri giovani non crescono.
    Poi troviamo allenatori che invece pensano ad insegnare a giocare a calcio, a prescindere dai risultati, in modo che possano avere qualche chance in più crescendo e in prospettiva per campionati più importanti.
    Come in tutte le cose ritengo che la soluzione migliore stia nel mezzo, il cosiddetto “equilibrio” tra i vari pensieri, perché competere per vincere alimenta l’agonismo e i relativi stimoli che servono a raggiungerlo, ma senza trascurare il fatto che bisogna anche imparare a farlo nel modo giusto senza sacrificare la qualità che possono avere ragazzi dei meno fisici e senza esaltare ragazzi che fisici che invece avrebbero bisogno di crescere tecnicamente.
    Quindi lode a tutti i Mister che si adoperano con fatica ma anche con tanta passione a raggiungere il massimo risultato in equilibrio con tutto quello che serve per far crescere il nostro calcio, perché quando i ragazzi saranno grandi dovranno essere in grado di giocare al miglior livello possibile, migliore di quello che abbiamo adesso.


  • Manchester City si divora il Real Madrid

    Partita a senso unico già dalle prime battute e se da un lato l’esperienza di Ancelotti e dei suoi giocatori poteva tenere banco, Guardiola e i suoi ragazzi hanno dimostrato come in campionato che quest’anno “non ce n’è” per nessuno.
    Pur non segnando Haaland, sono riusciti a rifilarne 4 al Real Madrid che non è mai riuscito ad impensierire la squadra inglese, se non col tiro da lontano di Kross che si è stampato sulla traversa.
    Le statistiche riportate sotto dicono tutto ma anche poco.
    Partita da vedere e chi se la fosse persa … peccato.
    Meritatissima vittoria, per gioco, determinazione, voglia … per tutto.
    Spendere altre parole per questa squadra è superficiale e inutile, non si riuscirebbe a darne il giusto valore.
    Resta da rimanere a guardare la finale contro l’Inter del 10 Giugno a Istanbul che potrebbe essere la volta buona per Pep che insegue col Manchester City la vittoria della coppa dalle grandi orecchie ormai da anni.


  • Inter Juventus, semifinale senza Calcio

    Andando oltre lo stato di Tifoso, mi trovo a fare il mio resoconto di una partita che invece di essere combattuta, dato che partiva da un risultato di 1-1, è stata scialba, senza alcun piacere di guardarla.
    Per una parte c’è stato il piacere di veder vincere la propria squadra e andare in finale, ma entrambe le squadra (soprattutto la Juventus) hanno fatto vedere del gran NON-CALCIO.
    Ingaurdabili, errori banali che nemmeno nelle scuole calcio si possono vedere, lenti, insicuri, ma l’Inter ha meritato anche solo per l’impegno che ci ha messo e la cattiveria nel settore più avanzato.
    Quindi … cos’è successo? Come mai questo atteggiamento da entrambe le squadre ?
    La mia prima impressione è stata quella di vedere due squadre “spompate”, stanche, arrivate in fondo con fatica, ma sembra anche che abbiano voluto tirare il freno a mano per il campionato, che non è ancora finito, ma su quest’ultima non sono molto convinto.
    Sembrava tutto già deciso prima della partita.
    L’unico a cui dare un voto più che positivo nella formazione della Juventus è Perin, con una parata strepitosa nel secondo tempo, mentre nell’Inter più pimpante qualche sufficienza in più la darei, come a Di Marco, Dumfries, Barella … ma anche qui non si naviga sulla sufficienza complessiva.
    Stiamo parlando di una semifinale di coppa Italia, non di una amichevole di beneficienza, non riesco a giustificare un atteggiamento del genere da entrambe le parti.
    L’inter gioca di rimessa e quando attacca lo fa in modo più compatto e corale, andando spesso almeno in parità numerica e comunque decisa, pur non pungendo eccessivamente.
    La Juventus che invece si difende faticosamente, quando attacca lo fa in modo disordinato, senza idee, con grandi insicurezze.
    Vedere Rabiot che con la palla ai piedi non sa cosa fare, Kostic che dopo 15 minuti ha il fiatone, Locatelli sbagliare controlli e passaggi come fosse un giocatore d’oratorio, e altro ancora, lascia molto amaro in bocca.
    Qui si può dare la colpa a chi si vuole, ormai ci sono i filoni contro gli allenatori, contro alcuni giocatori, contro la dirigenza, ma queste squadre non meritano nemmeno di essere dove sono, con tutto il business che ci gira intorno, mentre Fiorentina e Cremonese … bèh … quella sarebbe stata la finale giusta e invece è solo una semifinale.
    Alla Juventus si deve però dare atto che con la situazione che sta vivendo con la giustizia sportiva, non può essere tranquilla e tanto meno serena, ciò nonostante Allegri e il suo Staff sono riusciti fino ad ora a gestire la situazione e ad arrivare fin qui ad essere terzi in campionato … insperabile.
    L’inter si trova in un ottimo momento di risultati, ma visto ieri sera non di forma.


  • Fine stagione ?

    Siamo arrivati per molte categorie dilettantistiche alla resa dei conti finale, quella dove si fa il punto della situazione e di come è andata la stagione sportiva.
    Finiti i campionati ci sono ancora situazioni in bilico con scenari che vanno dalla retrocessione (o salvezza) alla promozione e facendo i conti con quello che è stato l’operato della stagione, che si tratti della società o dei ragazzi.
    Tutto si concentra negli esiti finali della prima stagione tornata “completamente” alla normalità dopo più di due anni assurdi, ma che ora ci ripropone sensazioni che non ricordavamo più.
    Si torna a parlare del problema degli arbitri, che purtroppo sono pochi e spesso messi nelle condizioni sbagliate per fare la loro parte, impreparati magari anche per certe categorie e bersagli di tutti, tifoserie e società sportive, la ma cui responsabilità dovrebbe ricadere principalmente sull’AIA e sui regolamenti.
    Si torna a parlare della situazione dei campi, naturali o sintetici, ma soprattutto utilizzabili o inutilizzabili per la qualità e lo stato in cui si trovano, tanto da trovare più spesso conforto in campi naturali fantastici nei paesi fuori dalla metropoli al contrario di campi sintetici devastati perché costa troppo rifarli.
    Si torna a parlare di tante cose ma restano indietro sempre le cose più importanti come IL CALCIO E I RAGAZZI.
    Trovo sempre più importante la crescita prima umana e poi tecnica dei ragazzi nell’ambito di società sportive che ormai per lo più incarnano o sostituiscono l’oratorio che non esiste più nelle forme di 30/40 anni fa e serve un cambio di passo rispetto al passato.
    I principi dovrebbero essere sempre quelli:
    – divertirsi, sempre e comunque, senza limiti di età
    – la tecnica si insegna giocando con i piccoli e man mano che crescono;
    – la tattica va dimenticata fino almeno all’agonismo e comunque non è il centro dell’insegnamento del gioco del calcio;
    Oggi ci si trova ad allenare in società impreparate, disorganizzate e senza competenze, dove non è chiaro come si debba lavorare per formare e far crescere i ragazzi nel calcio, ma credo che spesso non sia quello il loro obbiettivo.
    Rimane ora comunque la speranza che il futuro porti tutti a capire e ad agire di conseguenza anche per il bene di questo sport che amiamo tutti.


  • La Difesa nel 1-4-3-3

    Non vi nascondo che l’1-4-3-3 è il modulo che mi piace di più per duttilità ed equilibrio, ma non vuol dire che non sia disposto o disponibile ad appoggiarmi ad alternative.
    Come sempre vi parlo del mio personale pensiero e non di una unica verità che diventi legge, ma è il “secondo me” e non starò a ripeterlo durante lo scritto, lo do per scontato.
    Di certo non sono un difensivista, cosa che ho più volte espresso, quindi cerco di spingere i ragazzi in avanti.
    Più che dal modulo bisognerebbe partire dalle caratteristiche dei ragazzi e capire fin dove ci si può spingere, cosa si può ottenere in base a quello che vorrei ottenere.
    In un contesto come questo io vorrei due terzini di buona gamba, capaci di marcare e di rientrare velocemente, non necessariamente grandi e fisicati.
    Per i Centrali invece il fisico non guasta, anzi, è fondamentale oltre alla buona marcatura e la rapidità di uscire in ripartenza.
    C’è un ruolo che considero “ibrido” tra Difesa e Centrocampo: il mediano (basso).
    In fase difensiva importantissimo per la chiusura negli spazi centrali da dove possono partire sponde o palle filtranti, ma soprattutto perchè in fase di ripartenza deve alleggerire lo stress in difesa e impostare, ragionando e agendo rapidamente, senza troppi fronzoli, ma con una grande sicurezza sia dei propri mezzi che dei compagni.
    In un contesto con il 1-4-3-3 le mezzali aiutano la difesa sia in fase di ripartenza dando aria conquistando lo spazio, sia in fase difensiva insieme al mediano chiudendo l’ultimo passaggio prima che arrivi ai centrali o comunque in area.

    Un esempio tratto da Youtube di come allenare il 4-3 difensivo


  • L’importanza della Programmazione

    Ogni anno si presenta il momento in cui va programmata la stagione a venire e cominciano le prime riflessioni su metodologia, ragazzi, mercato, obbiettivi … ma ci sono due facce della stessa medaglia: il Mister e la Società.
    Per funzionare correttamente ci deve essere sinergia sin dall’inizio e non scollamento, scarico di impegni e responsabilità, ma non è sempre così.
    Mi sono quindi trovato a riflettere su quali dovrebbero essere i compiti della Società e quali quelli del Mister, oltre a quelli di comune attività e riflessione.

    Partendo dalla Società, ritengo che si dovrebbe occupare di dare un calendario annuale ai ragazzi in prospettiva di ripartenza, una data per l’inizio della preparazione, oltre ovviamente a dare importanza ai ragazzi e a responsabilizzarli affinché rispettino gli appuntamenti organizzati e le date stabilite.
    Quindi sostanzialmente parliamo come minimo di:
    – inizio preparazione pre-campionato
    – giorni di preparazione
    – ritiro pre-campionato
    – ponti e festività
    – amichevoli
    – pausa invernale (se c’è)
    – preparazione post pausa invernale
    – chiusura stagione.
    Contestualmente a tutto questo deve esserci sostegno e fiducia nei confronti del Mister che in tal modo potrà lavorare più serenamente.
    Inoltre aggiungerei una presenza costante della Società che serve a far sentire i ragazzi parte della stessa e allo stesso tempo responsabilizzarli e fidelizzarli alla maglia.

    Per quanto riguarda il Mister (responsabile del gruppo Squadra) con il suo Staff, l’attività formativa è l’aspetto principale, legato anche e soprattuto a creare un’empatia utile a gestire al meglio i rapporti con tutti, a creare quella fiducia reciproca che serve per lavorare tutto l’anno in modo proficuo.
    Ovviamente ci vuole una presenza costante e la volontà di responsabilizzare i ragazzi durante allenamenti e partite amichevoli o ufficiali, perché quando giochi devi rispettare fino in fondo la maglia che indossi e le persone che ci stanno dietro.
    La programmazione in questo caso è tecnica e può dipendere anche dal credo del tecnico, quindi posso parlare solo della mia metodologia che suddividerei prima in una macro periodizzazione e poi, analiticamente, organizzando i sottolivelli dei periodi.
    Mi spiego meglio.
    Macro periodi:
    – 4 settimane preparazione pre-campionato
    – Durante il calendario di andata di campionato, attività tecnica, tattica e aerobica
    – 4 settimane preparazione post-pausa invernale
    – Durante il calendario di ritorno di campionato, attività tecnica, tattica e aerobica, gestione infortuni e forze giocatori.
    Ovviamente all’interno dei suddetti periodi vanno sviluppate le settimane di lavoro, dosando attività tecnica individuale e collettiva, con lavoro a secco, forza, tattica e riposo.
    Quest’ultima parte ovviamente sarà molto diversa a seconda non solo del periodo ma anche sella settimana di riferimento.
    E’ indispensabile tenere costantemente aggiornata la Società di quello che succede, attraverso il rapporto diretto con Direttore Sportivo e/o Direttore (o Coordinatore) Tecnico, valutando sempre insieme le risorse a disposizione e le necessità, attraverso incontri periodici settimanali o anche più frequenti.
    Senza quest’ultimo tassello le cose diventano difficili da gestire, Mister e Staff si trovano tutto sulle spalle e i risultati non sono sicuramente facili da raggiungere.

    Ho voluto parlare della programmazione, anche se solo della sua “superficie”, perché la ritengo fondamentale per l’organizzazione del gruppo-squadra.
    A Gennaio devo già sapere quando e come si chiude la stagione, ma soprattutto quando riaprirà dopo la pausa estiva, perché rientrare nei tempi stabiliti è un impegno e dovrebbe essere un dovere.
    Generalmente i ragazzi ricevono anche una tabella per il “mantenimento” estivo, che spesso fanno fatica a rispettare e a maggior ragione diventa importantissima la ripresa delle attività per la preparazione pre-campionato.

    Non è mia intenzione fare un tutorial a riguardo anche perché ognuno GIUSTAMENTE ha le sue idee e vanno rispettate.


  • La difesa – 1

    Paese che vai, usanza che trovi.
    Mai una frase del genere è tanto azzeccata come quando parli di Calcio e potremmo personalizzarla cambiandola in “Paese che vai, Gioco che trovi”.
    Mi piace molto quello espresso in Premier League, tecnico, veloce, fisico, intenso e continuo, ma mi piace molto anche quello spumeggiante della Liga nonostante a volte sia meno intenso e fisico ma più tecnico, in Bundesliga al contrario velocità e fisicità predominano, mentre diverso quello della Ligue 1 che personalmente non mi entusiasma.

    Poi arriviamo a parlare della nostra Serie A … da dove partiamo …
    Tattica, questa è la prerogativa di tutti, molta tanto immensa forse troppa TATTICA, ma allo stesso tempo si pretende di avere velocità, qualità tecnica individuale, intensità, ecc…
    IMPOSSIBILE !!!!
    Quindi perdiamo molto di quello che vorremmo e il gioco diventa meno bello e piacevole.
    Ecco che viene fuori un aspetto fondamentale per ottenere risultati nel calcio nostrano: rapporto tra gol fatti e gol subiti.
    Potremmo anche interpretarlo come rapporto attacco/difesa dove emerge, soprattutto in quest’ultimo periodo e con un allenatore come Allegri, che avere la difesa forte e organizzata sia la cosa fondamentale e principale, che viene prima di tutto il resto, la base da cui partire per costruire la squadra.
    Certo, non basta da sola, ma se hai un attacco valido, performante e nelle retrovie sei un groviera … i risultati non arrivano, non c’è niente da fare.


    Torno sempre però al concetto di EQUILIBRIO di cui ho più volte parlato e di cui ne ho fatto un mantra perchè allo stesso modo non paga nemmeno avere solo una difesa fortissima ma non avere un reparto offensivo poco proficuo, quindi occhio alle estremizzazioni.
    Io punto sempre sull’EQUILIBRIO perché genera tutta una serie di condizioni positive come la sicurezza in quello che si fa e la serenità nella gestione sia del gruppo squadra, sia delle relazioni con la società.

    Se devi ricostruire qualcosa dalle sue ceneri, per me i punti cardini sono:
    1 – DIFESA
    2 – GIOVANI
    3 – COSTRUZIONE E SVILUPPO DI GIOCO
    4 – REALIZZAZIONE
    E’ vero che si dice tutto e niente allo stesso tempo perché poi dipende dalla materia prima che ti viene messa a disposizione ed è lì che poi devi divincolarti, scervellarti, studiare e impazzire per trovare la formula giusta, ma una linea per me importante è quella di puntare prima a consolidare un reparto difensivo valido, di qualità ed esperienza, organizzato, poi costruire il gioco (e qui si apre un capitolo a parte che dipende dai giocatori, dalle idee dell’allenatore, ecc… ) e infine mettere nelle condizioni più giocatori di concludere a rete e far fruttare il lavoro collettivo.
    Spesso nelle società dilettantistiche è difficile riuscire in questo intento e si devono raggiungere i migliori compromessi, avvicinandosi il più possibile a quello che si vorrebbe ottenere.
    Nei prossimi articoli, prima dei vari sviluppi dell’argomento DIFESA secondo i vari schieramenti tattici, voglio affrontare il tema della PROGRAMMAZIONE del lavoro a partire da Luglio, prima della pausa estiva, fondamentale per intraprendere nel migliore dei modi una nuova stagione e partire col piede giusto.


  • Stranamente normali

    La partita disputata sabato in casa contro la Lentatese ha evidenziato quali sono le nostre difficoltà, che non sono tecniche o tattiche, o per lo meno non in modo rilevante, bensì mentale perché a volte è difficile mantenere i nervi salti e il sangue freddo e finiamo col farci trascinare in situazioni strane, ma allo stesso tempo normali.
    La tensione della partita, il fatto di dove dimostrare quello che valiamo, quello che sappiamo fare, la paura di fronte a quello che non conosciamo, non sappiamo come sono gli avversari e non sappiamo cosa aspettarci e invece di giocare a viso aperto, ci proteggiamo.
    Gli avversari più esperti a questo livello hanno fatto la loro partita e l’hanno messa anche sul fisico, ruvido, sportellate e anche qualche parola di troppo.
    Ma noi dovevamo essere preparati a tutto questo, perché in campo si sa che succede di tutto, ma la cosa più importante è rimanere concentrati, calmi, sangue freddo e dopo aver contato fino a 100 si agisce, con intelligenza.
    Invece siamo caduti nel loro tranello e quando succede tutto diventa complicato, tanto che dopo essere andati in vantaggio, non abbiamo più giocato, blackout, loro pareggiano su rigore e vanno in vantaggio poco dopo. Questo tutto nel primo tempo.
    Inevitabile ricaricarsi mentalmente anche durante l’intervallo per rientrare nel secondo tempo molto più in palla.
    Già lo spirito era diverso anche se siamo caduti nuovamente nel tranello della provocazione.
    Questo ci poteva costare caro perché non siamo stati all’altezza, tuttavia ci abbiamo provato e creduto fino al 95′ quanto siamo riusciti ad agguantare un pareggio fino a quel momento meritatissimo.
    Siamo consapevoli di essere tecnicamente molto più forti, ma adesso dobbiamo allenarci sulla testa, sull’autocontrollo e sulla lucidità perché senza questi tre elementi fondamentali non saremo realmente competitivi.
    Ora testa alla prossima trasferta a Bresso e …
    Forza Sesto 2012 !!!!


  • Un passo alla volta

    Un sabato importante dove aggiungiamo un altro tassello al nostro percorso, fatto di lezioni ma anche di soddisfazioni, cosa che ci da fiducia e stimoli per il proseguo.
    Quella contro il Biassono è stata una partita che abbiamo sentito addosso sin dal primo minuto e questo ci ha fatto partire un po’ contratti.
    Pur mettendoci grinta dal primo minuto, non siamo stati risolutivi quanto sarebbe servito ad andare in vantaggio e abbiamo pure rischiato di prendere un gol (incredibile) da due tiri consecutivi che hanno colpito per due volte la traversa.
    Poi l’infortunio di Vitale ci ha costretto ad una prematura sostituzione ha aggiunto tensione.

    Dopo l’intervallo siamo entrati in campo più sicuri e determinati, tanto che pur andando sotto di un gol, abbiamo reagito rapidamente anche grazie ai cambi risultati fondamentali.
    Prima un gol di Testa (di testa) e poi una acrobazia di Ballone hanno permesso di raggiungere un risultato meritato, senza alcun dubbio.
    Questa è una vittoria di squadra, del gruppo, anche di chi non ha avuto l’occasione di entrare ma che ha dato forza e coraggio ai compagni dalla panchina.
    Questo è un segnale importante per tutti noi, perché significa che ci stiamo dentro, non siamo un brutto anatroccolo.
    Stiamo lavorando bene, ma sappiamo che dobbiamo farlo sempre meglio e aggiungere i pezzi del puzzle che mancano, ma siamo sulla strada giusta e forse adesso ci si aggiunge un po’ di consapevolezza.
    Testa bassa e lavorare, la strada è ancora lunga e stanno arrivando le sfide più importanti e allo stesso modo stimolanti.
    Avanti tutta !!!
    Forza SESTO 2012 !!!!